Le ultime stime elaborate dall'Institute for Health Metrics and Evaluation (IHME), pubblicate nel rapporto diffuso il 25 giugno, indicano che l'11,7% dei decessi avvenuti nel 2019 in Portogallo sono dovuti al tabacco.

Dei 13.559 decessi registrati, la maggior parte erano uomini (10.815), dice il rapporto, stimando che 1.771 morti sono derivate dall'esposizione al fumo ambientale (561 per malattie cardiovascolari, 425 per infezioni respiratorie, 312 per malattie respiratorie croniche, 242 per diabete mellito di tipo 2 e 220 per cancro).

La più alta percentuale di morti attribuibili al tabacco è stata registrata nel gruppo di età tra i 50 e i 69 anni (24,8%).

Il rapporto del Programma Nazionale per la Prevenzione del Tabagismo (PNPCT) cita i dati delle Amministrazioni Regionali della Sanità (ARS) che indicano che nel 2020, 6.129 utenti sono stati visti nelle prime consultazioni per smettere di fumare, il che rappresenta una diminuzione relativa del 51,7 per cento rispetto all'anno precedente.

"Alcune consultazioni hanno mantenuto solo il follow-up degli utenti già iscritti, non accettando i primi utenti", sottolinea.

Nello stesso anno, nell'Agrupamento de Centros de Saíde (ACES) e nei servizi ospedalieri si sono tenute 25.486 consultazioni di supporto intensivo per la cessazione del fumo, con un calo del 39,2 per cento rispetto al 2019.

Nelle 152 sedi di consultazione che hanno continuato a funzionare nel 2020, il servizio è stato condotto faccia a faccia nel 62,8% delle consultazioni effettuate, seguendo gli schemi abituali, mentre il resto è stato effettuato con mezzi a distanza, come la videoconferenza o il telefono.

Alla luce di questi dati, la DGS conclude che "la situazione pandemica ha diminuito sia la domanda di aiuto nella cessazione del fumo sia la capacità di risposta del SSN, in particolare a livello di PHC [assistenza sanitaria primaria], a causa della mobilitazione di professionisti in queste consultazioni per la risposta alla pandemia di SARS-CoV-2".

Per quanto riguarda il lavoro di prevenzione a livello locale, nel 2019 sono state realizzate 268 iniziative strutturate di prevenzione del fumo rivolte alla comunità.

Un totale di 192.013 persone sono state coperte, tra cui 86.523 bambini e giovani in età scolare, afferma il rapporto, sottolineando che "a causa della situazione pandemica, nel 2020, c'è stata una netta diminuzione del numero di attività svolte (54) e della popolazione coperta (14.651 persone, tra cui 2616 in età scolastica)".

La direzione generale della salute aggiunge, in un comunicato, che anche se la pandemia di Covid-19 ha avuto "un impatto significativo tradotto dalla riduzione del numero di siti e consultazioni per la cessazione del fumo, smettere di fumare con supporto comportamentale e trattamento farmacologico aumenta significativamente il successo dei tentativi.

Per i prossimi due anni, la DGS definisce nelle sue linee guida strategiche "l'attuazione di massicce campagne di comunicazione, divieti completi sulla pubblicità del tabacco, promozione e sponsorizzazione o anche il supporto per la cessazione del fumo, vale a dire attraverso la consulenza breve in assistenza sanitaria primaria o l'uso di SNS 24".